Posts Tagged: 'language:+italian'

Apr. 20th, 2020

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That's what the ocean can know of a body

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Rating: NSFW
Fandom: Final Fantasy VII/Final Fantasy XIII
Relationship: Snow Villiers/Yuffie Kisaragi
Tags: Grieving, First Meeting, Getting together, Sex on the beach
Wordcount: 3500
Notes: commissione per purpleblow

Summary:
Snow e Yuffie si incontrano nelle pianure di Archylte e si mettono in viaggio insieme verso l'oceano della vita.

Excerpt:

Cominciano a sentirne l’odore ancora prima di vederlo, preceduto dalla vegetazione intorno a loro che cresce verdeggiante e fitta, dai gabbiani che volano sopra le loro teste queruli e affamati; si rivolgono sorrisi identici prima di lanciarsi come bambini in una corsa folle in mezzo all’erba alta, risate che affiorano sulle labbra ed emergono dai polmoni, i piedi che affondano prima nel terriccio e poi nella sabbia. L’oceano si apre di fronte a loro come un abbraccio crudele, grigio acciaio sotto un cielo che promette pioggia, la spiaggia bianca e ocra che si allunga da una parte e dall’altra a perdita d’occhio.

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Feb. 13th, 2013

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Ta Dheenshe Naanthe | Proemio

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The Chronicles of Minthe è un open verse da fan per i fan che prende spunto dai GdR testuali e dai survival blog, aperto a tutti gli iscritti a FiumiDiParole 2013.

Questa iniziativa di FiumiDiParole era fichissima e mi sono sempre pentita di non aver avuto il tempo di lavorarci di più. Il mio personaggio era un aedo che in teoria doveva occuparsi di raccontare le Cronache in forma poetica, ma non sono mai andata oltre il proemio. Le mie conoscenze di composizione poetica all'epoca (e anche adesso tbh) erano praticamente nulle, ma questa robetta mi piace ancora. Per cui beccatevi il proemio di Ta Dheenshe Naanthe, ossia 'Le Cronache del Presente' in lingua Suthi.

Un giorno terminerò il conlang della lingua Suthi, ma non è questo il giorno

Original post: Giorno 28 - Phoeh

Proemio: Ta Dheenshe Naanthe )

Dec. 23rd, 2018

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Quanto mi manca Londra. Da loro c'è proprio un modo diverso di vivere la realtà del pub; quando uscivo a bere il venerdì sera, sapevo di potermi sedere al bancone, ordinare una pinta e passare una serata tranquilla a origliare le conversazioni mezze biascicate degli altri avventori. Qui a Milano è tutto diverso, c'è casino e basta- ma è pur sempre venerdì; mi è sempre piaciuta la birra, più del vino e dei superalcolici. E' proprio una cosa che mi rilassa, farmi una birra al pub il venerdì sera. Non riesco a farne a meno.

Mando un messaggio a Gio, le chiedo se è libera stasera, ma ci mette troppo a rispondere. Decido di uscire da sola.

Vado in uno dei locali preferiti di Gio, in caso decida di raggiungermi più tardi; la tavernetta è piena zeppa, c'è qualche tipo di evento in corso. La musica è troppo alta, non riesco a godermi l'atmosfera. Gio non mi caga. Finisco la birra in pochi sorsi ed esco dal locale, la voglia di una sigaretta mi fa prudere le dita.

C'è un gruppo di ragazzi che fuma appena fuori dalle porte - un po' in mezzo alle palle a dir la verità. Chiedo se hanno da accendere. Uno dei ragazzi della compagnia mi sorride e mi offre il suo accendino mentre quasi contemporaneamente la ragazza appesa al suo braccio mi strappa la faccia a parole. Faccio segno di lasciar stare, prima di scatenare risse, e mi allontano di malumore.

Alla faccia del rilassarmi. Dovevo starmene a casa.

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181210 (340 words)

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600 con calma

Domenica mattina. La cucina è deserta. Lucio mette su il caffè, e pensa a Claudio.

Claudio è uno che la domenica mattina si alza presto per lavorare. Lucio lo trovava sempre in cucina a disegnare furiosamente, una dozzina di storyboard sparsi sul tavolo davanti a lui, una tazza di caffè ormai freddo all’altezza del gomito sinistro. Immancabilmente nudo come il giorno che era nato, ma coi calzini.

Da quando è partito per quel lavoro in Canada sei mesi fa si sono sentiti tutti i giorni su Skype, ma la domenica non è la stessa senza di lui. Lucio si versa il caffè, e conta i giorni che mancano al suo ritorno.

1200 di fretta

Vacca miseria se Claudio non si sa organizzare.

In teoria è forse da un mese che sa che questa settimana sarebbe stata un delirio di cose da fare, ma in pratica si era segnato tutto senza preoccuparsi davvero di quando avrebbe avuto tempo di farle, e stamattina apre la pagina dell’agenda su lunedì e per poco non gli viene un infarto: per mercoledì deve consegnare una tavola che non ha ancora neanche iniziato ad abbozzare, martedì deve chiamare una certa Carolyne riguardo a uno storyboard, ha una riunione alle dieci e l’appuntamento per far sverminare il gatto alle quindici mercoledì e di mercoledì alle diciotto deve pure andare a prendere Lucio all’aeroporto, perché quando mai le cose non succedono tutte insieme. Tutto questo senza contare che a un certo punto dovrebbe anche rassettare casa, fare la lavatrice e la spesa, prima di mercoledì, preferibilmente.

Sono in questi momenti che si pente di essere partito per il Canada. Gli mancano i giorni in cui si alzava e trovava il carico di bucato già fatto perché Lucio si era stufato di vedere roba che straripava dal cesto della biancheria sporca, ma purtroppo Lucio era ad un oceano di distanza.

Non gli rimane altro che affrontare la to do list un punto alla volta. La deadline pende sulla sua testa come la spada di Damocle; Claudio si siede e disegna.

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181125 (200 words)

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Un’estate di quattro anni fa, il vecchio lettore CD della macchina di Margherita aveva ingoiato l’album preferito dei Depeche Mode di Claudio e non l’aveva mai più sputato. Per due lunghe ore era stato l’unico compagno di viaggio di Margherita, insieme al rumore del vento che entrava dai finestrini e della borsa frigo che sbatteva contro la portiera ogni volta che svoltava a destra.

Claudio se n’era andato, ma l’album era rimasto.

Faceva un caldo maledetto. Non c’era nessuno in giro. Le strade polverose costeggiavano campi tutti uguali, ma Margherita sapeva dove doveva andare. Non ci era mai andata apposta per lo spiazzo; era un po’ lontano per una semplice gita fuori porta. Di solito lei e Claudio si fermavano lì per pranzare di ritorno dal mare; un ultimo picnic sotto il solito albero prima di tornare alla loro solita vita.

Claudio se n’era andato, ma lo spiazzo era rimasto.

Fermò la macchina sul ciglio della strada. Afferrò il pacchetto di sigarette dal sedile del passeggero e la borsa frigo e chiuse la portiera con un tonfo. Margherita si appoggiò all’albero divelto, guardò le radici ricoperte di terriccio, e si accese una sigaretta.

Claudio se n’era andato, ma era rimasta lei.

Oct. 17th, 2018

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Se chiudeva gli occhi e ascoltava il rumore dell’acqua che scorreva davanti a lui, Ilya poteva fingere di essere ancora sulla Mojka; ma il caldo di Parigi e la Senna non gli permettevano di crogiolarsi in quell’illusione. Accettò senza una parola il bicchiere con il coperchio di plastica che Svetka gli aveva allungato. Il primo sorso di tè gli bruciò la lingua; anche attraverso il dolore, riuscì a sentire che non aveva il sapore giusto.

Oct. 10th, 2018

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181010 (185 parole)

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La pianta di mamma, quella nel vaso di fianco alla rimessa, era diventata tutt’uno col suolo sottostante. Terriccio e radici avevano cominciato a straripare oltre il bordo di coccio, e una sottile linea verdastra di muschio tracciava le crepe lungo i lati. Margherita aveva cercato di spostarla, a un certo punto, ma ci era riuscita solo rassegnandosi a strappare i viticci che erano fuoriusciti dai buchi del fondo e si erano conficcati nel terreno alla ricerca di spazio e nutrimento.

Inginocchiata su un tappeto di erbacce, mentre il sole di un autunno troppo caldo le cuoceva la nuca, Margherita aveva deciso di scavare una nuova dimora per la pianta sfrattata, tra due arbusti odorosi in fondo al giardino dietro casa. Ma il manico della paletta continuava a scivolarle tra le dita, ostacolate dalla guaina di gomma, e alcune ciocche ribelli, sfuggite alla treccia che le pesava sulla spalla, le si incollavano alla faccia e le finivano negli occhi. Con un sospiro, Margherita si tolse i guanti, e li mise da parte, arricciò il naso alla sensazione umidiccia del sudore sulle mani, e ricominciò a scavare.

Feb. 7th, 2016

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Sniper's Shadow

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Title: Sniper's Shadow
Fandom: Original
Pairing: none
Rating: safe
Warning: non-binary character, origin story
Wordcount: 4042
Note: partecipa alla settimana #2 del COWT6 di [livejournal.com profile] maridichallenge per la M1: Bullet with Butterfly Wings
Summary: Un assassino sconosciuto porta a termine gli incarichi di Bezoar e Scabbard prima che possano metterci le mani, facendo perdere loro un sacco di quattrini. Mettono così in moto un piano per fermare il misterioso avversario.

L'isola fluttuava troppo in alto perché il parco globale fosse visibile da lassù, con il tempo di merda che faceva ultimamente, ma a Bezoar piaceva immaginare di poter vedere l'enorme distesa di verde che ricopriva tutto il pianeta. )

Oct. 25th, 2015

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Domestic Life

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Title: Domestic Life
Fandom: Hannibal
Pairing: implied Hannibal/Will
Rating: safe
Warning: slice of life, post s3
Wordcount: 764
Note: Fill per la Pasticceria del Buonumore di maridichallenge
Summary:

Prima che Hannibal uscisse per fare la spesa, le piastrelle dell'atrio erano state di un bel grigio chiaro; adesso erano artisticamente decorate da un disgustoso arabesco di orme umane e canine di fango, terra e sporcizia.

(fake cut)

Feb. 13th, 2015

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Wonderland Conquered

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Title: Wonderland conquered
Fandom: The Headshot (originale)
Pairing: unrequired Gabriel H. March/Maddalena Hattrick
Rating: SAFE
Warning: riferimenti a violenza e omicidi
Wordcount: 842
Note: Partecipa alla M1 "Fiori" della quarta settimana del COW-T5 di [livejournal.com profile] maridichallenge
Summary: Fosse stata una sera qualunque, Maddalena avrebbe scambiato il dono per uno dei suoi soliti omaggi, piccoli gesti galanti per vincere la sua attenzione, come March era solito fare; quella sera però, pensò Maddalena annusando le rose, quei fiori avevano il profumo stesso della vittoria.
La sera dell'omicidio di mister White, Maddalena Hattrick ricevette un grosso mazzo di rose.  )