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The Poison, the Trigger and the Blade

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Titolo: The Poison, the Trigger and the Blade
Fandom: Originale/LDF'S THE PIRATES!
Pairing: None.
Rating: SAFE
Warning: Non-binary character
Wordcount: 613
Note: partecipa a LDF's Pirates @[livejournal.com profile] fiumidiparole per il prompt ambientazione 1
Summary:
Chi è il responsabile degli omicidi in Upper London?

( Le loro regole erano molto semplici: non fare domande, non lasciare tracce, 40% a chi effettua il colpo e 30% agli altri, e se finisce in merda si condivide la responsabilità ad ogni costo. )

Comments

deerna: beheaded human; the cut is clean and stylized (Default)
Oct. 24th, 2024 12:06 am (UTC)
Le loro regole erano molto semplici: non fare domande, non lasciare tracce, 40% a chi effettua il colpo e 30% agli altri, e se finisce in merda si condivide la responsabilità ad ogni costo.

Negli ultimi tre mesi avevano avuto talmente tante richieste che Bezoar cominciava a sentirsi a disagio. Ventitré incarichi, 7000 faerini a botta; Kevlar e Scabbard avevano fatto otto vittime a testa, Bez solo sette, ma sapeva che al prossimo incarico avrebbe dovuto prendere iniziativa lei, se voleva far tornare i conti.

L'ultimo lavoro era opera di Scab. Era una ragazza anche stavolta, con suo grande scorno. Timido com'era, odiava approcciare le ragazze perché non riusciva a guardarle in faccia, anche se era solo per lavoro. Per gli ultimi incarichi era stato costretto a tornare in stealth mode, dopo aver passato mesi a perfezionare le sue tecniche di seduzione, e la cosa lo scocciava non poco. Non che non fosse bravo a cogliere la gente di spalle; era pur sempre uno dei migliori assassini in circolazione. Semplicemente, si divertiva di meno, e per essere quello che tra i tre si muoveva più silenziosamente, era di gran lunga quello che si lagnava di più e quello con cui Bez litigava più spesso. Le bastava guardare la sua faccia spigolosa per farla innervosire.

Forse era perché odiava quando la gente le parlava senza guardarla in faccia; razionalmente sapeva che Scab non poteva controllarlo, ma non poteva fare a meno di esserne infastidita. Per fortuna al momento era al piano di sopra ad affilare le sue lame, ben lontano da lei e dalle sue miscele.

"Come viene?" chiese Kevlar, che stava pulendo il suo fucile di precisione sul divano dietro di lei. Avevano cercato di convincere Kev che il divano apparteneva alla zona comunitaria, e che quindi non andava sporcato con gli attrezzi del mestiere, ma Kev li aveva ignorati, sul volto l'espressione che assumeva quando qualcosa sfuggiva alla sua capacità di traduzione. Alla quinta volta si erano arresti. Non c'era molto da fare quando Kev si metteva in testa qualcosa.

"Credo di aver capito come stabilizzare in modo che non ti esploda il culo se te la metti in tasca," disse trionfante Bezoar imbottigliando una piccola quantità di esplosivo e girandosi per mostrarla a Kevlar.

Kevlar ridacchiò. "Brava Bezzy. Non voglio perdere un culo."
"Il culo, semmai. O una chiappa, se temi per i singoli articoli."
"Una chiappa, allora," si corresse. "Più bello miscelare veleno o esplosivo?"

Bez ci pensò su. Aveva iniziato come farmacista tradizionale, ma con i nuovi prodotti sintetici saper mischiare polveri non era più richiesto. A meno che non dovessi uccidere qualcuno; ormai i test disponibili per i veleni coprivano solo quelli a base di sostanze artificiali, rendendo i prodotti tradizionali sorprendentemente efficaci.

Purtroppo Floatland Yard stava cominciando a sospettare qualcosa, e Bezoar temeva di venire scoperta. Così aveva chiesto a Kevlar di mostrarle come preparare qualche semplice cocktail esplosivo, con cui aveva parecchia esperienza nonostante prediligesse le armi da fuoco.

Da allora aveva passato tutto il tempo tra un incarico e l'altro a sperimentare.

"Credo che miscelare esplosivi sia più divertente," ammise Bez, guardando il flaconcino che teneva tra due dita. "Il boom che fanno può essere estremamente soddisfacente." Kev sorrise senza sollevare lo sguardo dal pezzo che stava oliando.
"Ma i miei veleni sono i miei bambini. Non potrei mai diventare una bombarola a tempo pieno."

"Non dimenticare le radici è importante," confermò Kevlar solennemente.

Un improvviso fruscio. Bez si girò verso la porta e sorrise. Una busta, con un nome scritto in sottile inchiostro arancione, era appena stata spinta sotto la porta.

Bez si girò verso il suo tavolo di lavoro e ricominciò a lavorare.