Sep. 5th, 2011
Day 4: What world does your character exist in? Real or imagined? Scientific? Fantastical? Write a scene where your character is shown in their world.
Titolo: Glock 18
Fandom: Originale - Moscow Chronicles
Pairing: slash
Rating: safe
Warning: slash
Wordcount: 452
Riassunto: Era stato sempre Dimitrij, a consigliargli di girare sempre armato, anche se in realtà Il'ya sapeva a stento come si premeva un grilletto. Poco dopo il suo trasferimento a Mosca, Dimitrij gli aveva detto che quando ci si immischiava negli affari di una famiglia potente come la sua, era il caso di aspettarsi attenzioni indesiderate da quelli dell'ambiente, e Il'ya si era fatto prendere dal panico.
Note: Missing moment di una fic mai esistita.
La città era rumorosa. Dopo quasi un anno che viveva lì, Il'ya non ci aveva ancora fatto l'abitudine.
Abitare a Mosca aveva certo i suoi vantaggi: non doveva alzarsi ad un'ora impossibile per andare a comprare le uova e il latte dal vicino, non doveva più accompagnare a scuola i suoi fratelli e sorelle, e se perdeva l'autobus poteva andare fino al supermercato a piedi, invece di aspettare altre sei ore per il pullman successivo o rassegnarsi a tornare a casa per beccarsi una lavata di capo.
Per molte altre cose però, era un delirio. Ad esempio dormire -il rumore del traffico a volte lo teneva sveglio fino al mattino-, oppure guidare e trovare parcheggio -una volta per la disperazione Il'ya aveva abbandonato la sua macchina in un posto auto ad almeno due chilometri da casa e, una volta buttatosi sul letto, aveva giurato che non si sarebbe mai più mosso di casa.
Sebbene fosse una bella città, odiava i suoi marciapiedi trafficati. Camminare nella folla, specie da quando aveva ottenuto quel lavoro, lo rendeva nervoso. Quando era in ritardo, doveva correre per non perdere l'autobus, e se lo perdeva doveva farsi per forza largo tra i passanti a gomitate, a volte stringendosi al petto la solita valigetta zeppa di burocrazia, con il terrore di far cadere la pistola che teneva nella fondina a spalla sotto la giacca, anche se Dimitrij gli aveva assicurato che una simile evenienza era praticamente impossibile.
Era stato sempre Dimitrij, a consigliargli di girare sempre armato, anche se in realtà Il'ya sapeva a stento come si premeva un grilletto. Poco dopo il suo trasferimento a Mosca, Dimitrij gli aveva detto che quando ci si immischiava negli affari di una famiglia potente come la sua, era il caso di aspettarsi attenzioni indesiderate da quelli dell'ambiente, e Il'ya si era fatto prendere dal panico. Con gran divertimento di Dima, il giovane segretario aveva cominciato a vivere in una paranoia quasi assoluta. Poco ci mancava che guardasse dietro agli angoli con uno specchietto prima di girarci dietro. Era stato allora che aveva trovato la pistola nel cassetto della sua scrivania. Era probabile che fosse stato Dimitrij a mettercela, ma non poteva dare per scontato che semplicemente qualcuno l'avesse dimenticata lì -quel posto pullulava di fissati con le armi da fuoco, la cosa era perfettamente plausibile-, ma quando Il'ya aveva chiesto cosa doveva farne, il ragazzo gli aveva semplicemente risposto di tenersela, con aria disinteressata.
Così adesso Il'ya era in possesso di una Glock 19, il cui peso era un costante promemoria della sua presenza, anche se più che farlo sentire al sicuro lo innervosiva a livelli inimmaginabili. In un certo senso, il tagliacarte che aveva in tasca lo faceva sentire decisamente più tranquillo.
Titolo: Glock 18
Fandom: Originale - Moscow Chronicles
Pairing: slash
Rating: safe
Warning: slash
Wordcount: 452
Riassunto: Era stato sempre Dimitrij, a consigliargli di girare sempre armato, anche se in realtà Il'ya sapeva a stento come si premeva un grilletto. Poco dopo il suo trasferimento a Mosca, Dimitrij gli aveva detto che quando ci si immischiava negli affari di una famiglia potente come la sua, era il caso di aspettarsi attenzioni indesiderate da quelli dell'ambiente, e Il'ya si era fatto prendere dal panico.
Note: Missing moment di una fic mai esistita.
La città era rumorosa. Dopo quasi un anno che viveva lì, Il'ya non ci aveva ancora fatto l'abitudine.
Abitare a Mosca aveva certo i suoi vantaggi: non doveva alzarsi ad un'ora impossibile per andare a comprare le uova e il latte dal vicino, non doveva più accompagnare a scuola i suoi fratelli e sorelle, e se perdeva l'autobus poteva andare fino al supermercato a piedi, invece di aspettare altre sei ore per il pullman successivo o rassegnarsi a tornare a casa per beccarsi una lavata di capo.
Per molte altre cose però, era un delirio. Ad esempio dormire -il rumore del traffico a volte lo teneva sveglio fino al mattino-, oppure guidare e trovare parcheggio -una volta per la disperazione Il'ya aveva abbandonato la sua macchina in un posto auto ad almeno due chilometri da casa e, una volta buttatosi sul letto, aveva giurato che non si sarebbe mai più mosso di casa.
Sebbene fosse una bella città, odiava i suoi marciapiedi trafficati. Camminare nella folla, specie da quando aveva ottenuto quel lavoro, lo rendeva nervoso. Quando era in ritardo, doveva correre per non perdere l'autobus, e se lo perdeva doveva farsi per forza largo tra i passanti a gomitate, a volte stringendosi al petto la solita valigetta zeppa di burocrazia, con il terrore di far cadere la pistola che teneva nella fondina a spalla sotto la giacca, anche se Dimitrij gli aveva assicurato che una simile evenienza era praticamente impossibile.
Era stato sempre Dimitrij, a consigliargli di girare sempre armato, anche se in realtà Il'ya sapeva a stento come si premeva un grilletto. Poco dopo il suo trasferimento a Mosca, Dimitrij gli aveva detto che quando ci si immischiava negli affari di una famiglia potente come la sua, era il caso di aspettarsi attenzioni indesiderate da quelli dell'ambiente, e Il'ya si era fatto prendere dal panico. Con gran divertimento di Dima, il giovane segretario aveva cominciato a vivere in una paranoia quasi assoluta. Poco ci mancava che guardasse dietro agli angoli con uno specchietto prima di girarci dietro. Era stato allora che aveva trovato la pistola nel cassetto della sua scrivania. Era probabile che fosse stato Dimitrij a mettercela, ma non poteva dare per scontato che semplicemente qualcuno l'avesse dimenticata lì -quel posto pullulava di fissati con le armi da fuoco, la cosa era perfettamente plausibile-, ma quando Il'ya aveva chiesto cosa doveva farne, il ragazzo gli aveva semplicemente risposto di tenersela, con aria disinteressata.
Così adesso Il'ya era in possesso di una Glock 19, il cui peso era un costante promemoria della sua presenza, anche se più che farlo sentire al sicuro lo innervosiva a livelli inimmaginabili. In un certo senso, il tagliacarte che aveva in tasca lo faceva sentire decisamente più tranquillo.
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