Aug. 31st, 2011
Day 2: Create a character. Write a brief scene of them in a setting. Also use this paragraph to introduce the character to the reader by how they react to their setting.
Titolo: Una scrivania ingombrata
Fandom: Originale - Moscow Chronicles
Pairing: pres-slash
Rating: safe
Warning: pre-slash
Wordcount: 463
Riassunto: Il'ya Nikolaevich Karataev è solo uno scribacchino indaffarato.
Note: Missing moment di una fic mai esistita.
Il'ya non sapeva bene cosa fare. Era molto indeciso tra dare fuoco all'intero ufficio, mandare la famiglia Doholochov al diavolo e licenziarsi, o semplicemente accasciarsi per terra e piangere finchè Dimitrij non avesse buttato giù la porta smontando la maniglia a suon di pallottole perchè non lo sentiva scrivere. Aveva lasciato la stanza per cinque minuti. Cinque minuti e trentasette secondi, per essere esatti. Il tempo di andare a svuotare il cestino della carta e di tornare. Quando se n'era andato, la sua scrivania era piena di cartacce. Adesso ne era praticamente sommersa: burocrazia varia ed eventuale, scontrini, contratti, conti da pagare, un sacco di altra robaccia.
Si avvicinò al tavolo e alla montagna di fogli che minacciavano di cadere da un momento all'altro, sospirando, già rassegnato all'idea di non riuscire a tornare al suo appartamento prima di cena per la quarta volta quella settimana. Raccolse il piccolo post-it giallo appiccicato sopra la pila di scontrini e lo lesse, pur immaginando il suo contenuto, nonchè il mittente.
"Spero che tu ti diverta <3 non sia mai che il mio scribacchino si annoi. Dima".
Lo accartocciò, e lo buttò nel cestino appena svuotato, mentre si risiedeva alla scrivania.
Non aveva mai capito perchè Dimitrij fosse così convinto che occuparsi della contabilità e delle scartoffie fosse un'attività che veramente piacesse a Il'ya. Forse perchè si erano conosciuti in una biblioteca? Aveva fatto un collegamento mentale con i libri e la carta? Chissà. In ogni caso, Il'ya non si divertiva certo. Era anche vero che non gli dispiaceva completamente, vista la sua natura di persona ordinata e meticolosa. Trovare il posto ad ogni cosa. Era qualcosa che faceva sentire Il'ya in pace con il mondo. Forse era perchè il suo, di posto non l'aveva ancora trovato.
Ogni tanto, specie mentre, durante la pausa caffè, osservava dalla finestra la figura slanciata di Dimitrij che, stravaccato su un muretto, con aria annoiata sparava alle lattine con suo fratello, si chiedeva se aveva fatto la cosa giusta. Seguire Dimitrij, ed entrare in quella gabbia di matti che era la sua famiglia. Piantare tutto dopo aver preso una laurea in letteratura. Lasciare la sua famiglia, invece di prendere il posto di suo padre alla cattedra della scuola locale.
Se Dimitrij non avesse preso in prestito quel libro sulla Grande Guerra, e non fosse rimasto impressionato dal ragazzo biondo con i capelli troppo lunghi e gli occhiali troppo spessi che gliel'aveva consigliato senza veramente sapere cosa stesse cercando, forse Il'ya non si sarebbe mai trovato un posto di lavoro come segretario presso una delle famiglie più influenti di Mosca.
Una delle famiglie di Mosca che producevano le masse di burocrazia più ingombranti che avesse mai visto, aggiunse mentalmente, guardando con stizza le carte accumolate. Il'ya si spinse gli occhiali sul naso e con un sospiro ricominciò a catalogare.
Titolo: Una scrivania ingombrata
Fandom: Originale - Moscow Chronicles
Pairing: pres-slash
Rating: safe
Warning: pre-slash
Wordcount: 463
Riassunto: Il'ya Nikolaevich Karataev è solo uno scribacchino indaffarato.
Note: Missing moment di una fic mai esistita.
Il'ya non sapeva bene cosa fare. Era molto indeciso tra dare fuoco all'intero ufficio, mandare la famiglia Doholochov al diavolo e licenziarsi, o semplicemente accasciarsi per terra e piangere finchè Dimitrij non avesse buttato giù la porta smontando la maniglia a suon di pallottole perchè non lo sentiva scrivere. Aveva lasciato la stanza per cinque minuti. Cinque minuti e trentasette secondi, per essere esatti. Il tempo di andare a svuotare il cestino della carta e di tornare. Quando se n'era andato, la sua scrivania era piena di cartacce. Adesso ne era praticamente sommersa: burocrazia varia ed eventuale, scontrini, contratti, conti da pagare, un sacco di altra robaccia.
Si avvicinò al tavolo e alla montagna di fogli che minacciavano di cadere da un momento all'altro, sospirando, già rassegnato all'idea di non riuscire a tornare al suo appartamento prima di cena per la quarta volta quella settimana. Raccolse il piccolo post-it giallo appiccicato sopra la pila di scontrini e lo lesse, pur immaginando il suo contenuto, nonchè il mittente.
"Spero che tu ti diverta <3 non sia mai che il mio scribacchino si annoi. Dima".
Lo accartocciò, e lo buttò nel cestino appena svuotato, mentre si risiedeva alla scrivania.
Non aveva mai capito perchè Dimitrij fosse così convinto che occuparsi della contabilità e delle scartoffie fosse un'attività che veramente piacesse a Il'ya. Forse perchè si erano conosciuti in una biblioteca? Aveva fatto un collegamento mentale con i libri e la carta? Chissà. In ogni caso, Il'ya non si divertiva certo. Era anche vero che non gli dispiaceva completamente, vista la sua natura di persona ordinata e meticolosa. Trovare il posto ad ogni cosa. Era qualcosa che faceva sentire Il'ya in pace con il mondo. Forse era perchè il suo, di posto non l'aveva ancora trovato.
Ogni tanto, specie mentre, durante la pausa caffè, osservava dalla finestra la figura slanciata di Dimitrij che, stravaccato su un muretto, con aria annoiata sparava alle lattine con suo fratello, si chiedeva se aveva fatto la cosa giusta. Seguire Dimitrij, ed entrare in quella gabbia di matti che era la sua famiglia. Piantare tutto dopo aver preso una laurea in letteratura. Lasciare la sua famiglia, invece di prendere il posto di suo padre alla cattedra della scuola locale.
Se Dimitrij non avesse preso in prestito quel libro sulla Grande Guerra, e non fosse rimasto impressionato dal ragazzo biondo con i capelli troppo lunghi e gli occhiali troppo spessi che gliel'aveva consigliato senza veramente sapere cosa stesse cercando, forse Il'ya non si sarebbe mai trovato un posto di lavoro come segretario presso una delle famiglie più influenti di Mosca.
Una delle famiglie di Mosca che producevano le masse di burocrazia più ingombranti che avesse mai visto, aggiunse mentalmente, guardando con stizza le carte accumolate. Il'ya si spinse gli occhiali sul naso e con un sospiro ricominciò a catalogare.
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