Feb. 12th, 2014
Title: No polished phrases to recite
Fandom: Thor, MCU
Pairing: none, hint to Thor/Loki
Rating: Safe
Warning: hint to past!MPREG, norse mythology, pre-canon
Wordcount: 1178
Summary: Durante una battuta di caccia, Thor e i suoi compagni si imbattono in una creatura straordinaria. Per una coincidenza, Loki è appena tornato da un lungo viaggio misterioso.
Note: Fill per il COWT4, quinta settimana, prompt: leggenda.
Scritto per il prompt 11, Life di questa tabella, abbandonata da secoli ma che mi piacerebbe riprendere.
Se c'era qualcosa che Thor adorava, erano le battute di caccia con i suoi amici e suo fratello; rafforzavano i legami, rinfrancavano lo spirito e allenavano il corpo, con il vantaggio di procurare anche la cena. Era andata bene, e adesso stavano tornando a casa. Avevano preso due bei cinghiali e un giovane cervo, che Loki aveva catturato con uno dei suoi soliti trucchetti, invece di appostarsi come un vero cacciatore, ma a Thor non dispiaceva; era come Loki faceva le cose, e Thor era felice di riaverlo al suo fianco.
Era infatti appena di ritorno da un lungo viaggio dalla meta misteriosa. Nemmeno Thor era riuscito a farsi dire dov'era stato; l'unica cosa che sapeva era che Loki era partito irrequieto e nervoso, ed era tornato stanco e a mani vuote, con l'aria di essere in ansia per qualcosa. Probabilmente si era ficcato in qualche guaio mentre era via, e ora ne temeva le conseguenze. Thor non capiva perchè Loki si ostinasse a mettersi in questo genere di situazione, ma sperava che qualunque cosa fosse, per stavolta risparmiasse suo fratello.
Avvolto nei suoi semplici indumenti da caccia verde e marrone chiaro, Loki sembrava una creatura fatta per vivere nei boschi; era alto quasi quanto Thor, ma il suo viso era pallido, il suo corpo più slanciato, le sue mani più sottili. Con i capelli intrecciati a quel modo per tenerli lontani dal viso, il sole che filtrando tra le foglie li illuminava di riflessi verdi e oro, appariva davvero come un elfo silvestre, con lo stesso strano fascino negli zigomi alti. Loki aveva sempre avuto quell'aria delicata, ma i lunghi mesi passati lontano da Asgard avevano fatto qualcosa per affilare i suoi lineamenti ancora di più, rendendoli ancora più alieni e irreali.
Doveva aver sentito lo sguardo su di sé, perchè si voltò verso di lui. Thor gli sorrise, e Loki ricambiò con un sorriso stanco.
"Il brivido della caccia è bello e tutto ma ho davvero bisogno di bagno caldo, voi no?" si lamentò Fandral.
"Io più che altro sono affamato," replicò Volstagg, prevedibilmente. Hogun non disse niente. Sif sbuffò rumorosamente.
Thor ridacchiò, ma poi qualcosa frusciò alla sua destra e il sorriso svanì dal suo volto.
"Avete sentito?" chiese ai suoi compagni, ma non aspettò le loro risposte. Qualunque cosa fosse, era vicino, e Thor non aveva intenzione di lasciarselo sfuggire. Qualunque cosa fosse. Si lanciò nella corsa, inseguendo la figura scura che fuggiva rapidamente nella fitta vegetazione, finchè, arrivati in uno spazio aperto nella vegetazione, la preda decise di fermarsi a studiare il proprio cacciatore.
Fu allora che Thor vide che era un puledro, ma il puledro più straordinario che avesse mai visto: il suo mantello era così lucido e di un grigio così scuro e metallico da sembrare forgiato nel ferro più solido, ma la cosa più straordinaria erano le otto zampe su cui camminava. Nonostante lo strano assortimento di arti, non sembrava aver difficoltà a correre, e Thor sapeva che se fossero stati in un campo aperto non sarebbe mai riuscito a stargli dietro. L'espressione di sfida e diffidenza era così riconoscibile da essere quasi umana. Era senza dubbio una bestia intelligente.
"E' un cavallo!" esclamò Fandral alle sue spalle, facendosi largo tra i cespugli fitti insieme a Volstagg, Hogun e Sif. "Per tutte le Norne, ha otto zampe!"
"Già. Non è straordinario? Sarebbe un'incredibile aggiunta alle nostre stalle. Deve essere incredibilmente veloce," commentò Thor, mentre la creatura camminava avanti e indietro, forse cercando un passaggio accessibile nella fitta vegetazione.
Stavano discutendo di un modo per catturarlo, quando il puledro cominciò improvvisamente a trottare spontaneamente nella loro direzione, ma con sorpresa di tutti deviò verso Loki, che era appena emerso dall'ombra degli alberi dietro di loro. Riluttante, il giovane principe allungò una mano per accarezzarlo sul muso e sulla criniera, e fece apparire una mela dal nulla.
"Come hai fatto?" chiese sbalordito Thor. Sapeva che negli ultimi tempi Loki aveva trascorso molto tempo nelle scuderie, apparentemente colpito da una nuova passione per i cavalli, ma non credeva che avesse un tale talento con gli animali. "Hai imparato un nuovo talento dagli stallieri?"
"Non essere sciocco. Dimentichi sempre che il mio talento è la magia," rispose Loki, dando la mela al puledro.
"Tu e i tuoi soliti trucchi," commentò Sif, allungando una mano per accarezzare a sua volta il giovane cavallo sulla testa. Loki non rispose alla provocazione.
"Giusto in tempo per la festa del Trono, Thor. E' un regalo perfetto per il Padre degli Dei, nel giorno del ricordo della sua ascesa al trono! Quando sarà diventato adulto sarà sicuramente un cavallo potentissimo," commentò Valstagg.
"E' un'ottima idea, in effetti," concedette Thor. "Non trovi Loki? In questo modo non dovremo andare fino a Nidhevellir e fare affari con i nani."
"Strepitosa," replicò asciutto Loki, senza guardarlo.
Thor lo fissò un lungo momento. Aveva un'espressione curiosamente neutra sul volto, anche con le dita affettuosamente affondate nella criniera soffice dell'animale. C'era qualcosa nei suoi movimenti, normalmente fluidi ed eleganti, di meccanico e bloccato, come se una tensione interna gli impedisse di muoversi con scioltezza. Probabilmente era solo stanco, pensò Thor. Forse non era stata una grande idea invitarlo a quella battuta di caccia, quando era ancora così esausto dal suo misterioso viaggio. Avrebbe dovuto pensare di più e dimostrare un po' più riguardo verso il suo giovane fratello.
Con l'aiuto di Loki, riuscirono a imbrigliare il giovane puledro e a portarlo fino a dove avevano lasciato il carro con le carcasse delle loro prede, di cui si stavano occupando alcuni servi che si erano portati dietro esattamente per questo scopo, e le loro cavalcature.
"Avrà bisogno di un nome," commentò Hogun, mentre finivano di preparare i cavalli.
"Giusto. Si chiamerà-" iniziò Thor, ma Loki lo interruppe.
"Sleipnir," mormorò Loki.
"Ma fratello! L'ho trovato io, è un mio diritto dargli un nome. Ha un colore meraviglioso, come il ferro di un'ascia appena forgiata. Credo proprio che il suo nome sarà-"
"No, Thor. Si chiama Sleipnir," ripetè Loki, senza alzare la voce e tenendo lo sguardo fisso sul puledro, che stava cercando di mangiare le briglie del suo cavallo. "Se non fosse stato per me, non ci avrebbe mai seguito fino a qui, e sai perfettamente che è la verità. Il suo nome è Sleipnir. Lo porterò io nelle stalle."
Il tono di Loki aveva una tale irrevocabilità che Thor non seppe cosa ribattere. Lasciò cadere la faccenda, per non ritardare ulteriormente la partenza verso il palazzo, ma non appena furono in marcia Thor tirò il suo cavallo vicino a quello di Loki.
"Puoi almeno spiegarmi perchè sei così cocciuto su questa faccenda? E' solo un cavallo, dopotutto," chiese Thor, confuso.
Loki lo guardò per solo un istante, ma in quel breve attimo gli parve di vedere il suo viso impassibile incrinarsi per un secondo, lasciando scoperta un'espressione di dolore e rassegnazione così cruda ed estranea ai suoi lineamenti che pensò di essersela sognata. "Lascia stare, Thor," mormorò Loki a mo' di risposta, tirando le briglie del giovane Sleipnir che trottava allegramente al loro fianco.
Thor annuì, senza parole, e continuarono la loro cavalcata in silenzio fino al castello.
Fandom: Thor, MCU
Pairing: none, hint to Thor/Loki
Rating: Safe
Warning: hint to past!MPREG, norse mythology, pre-canon
Wordcount: 1178
Summary: Durante una battuta di caccia, Thor e i suoi compagni si imbattono in una creatura straordinaria. Per una coincidenza, Loki è appena tornato da un lungo viaggio misterioso.
Note: Fill per il COWT4, quinta settimana, prompt: leggenda.
Scritto per il prompt 11, Life di questa tabella, abbandonata da secoli ma che mi piacerebbe riprendere.
Se c'era qualcosa che Thor adorava, erano le battute di caccia con i suoi amici e suo fratello; rafforzavano i legami, rinfrancavano lo spirito e allenavano il corpo, con il vantaggio di procurare anche la cena. Era andata bene, e adesso stavano tornando a casa. Avevano preso due bei cinghiali e un giovane cervo, che Loki aveva catturato con uno dei suoi soliti trucchetti, invece di appostarsi come un vero cacciatore, ma a Thor non dispiaceva; era come Loki faceva le cose, e Thor era felice di riaverlo al suo fianco.
Era infatti appena di ritorno da un lungo viaggio dalla meta misteriosa. Nemmeno Thor era riuscito a farsi dire dov'era stato; l'unica cosa che sapeva era che Loki era partito irrequieto e nervoso, ed era tornato stanco e a mani vuote, con l'aria di essere in ansia per qualcosa. Probabilmente si era ficcato in qualche guaio mentre era via, e ora ne temeva le conseguenze. Thor non capiva perchè Loki si ostinasse a mettersi in questo genere di situazione, ma sperava che qualunque cosa fosse, per stavolta risparmiasse suo fratello.
Avvolto nei suoi semplici indumenti da caccia verde e marrone chiaro, Loki sembrava una creatura fatta per vivere nei boschi; era alto quasi quanto Thor, ma il suo viso era pallido, il suo corpo più slanciato, le sue mani più sottili. Con i capelli intrecciati a quel modo per tenerli lontani dal viso, il sole che filtrando tra le foglie li illuminava di riflessi verdi e oro, appariva davvero come un elfo silvestre, con lo stesso strano fascino negli zigomi alti. Loki aveva sempre avuto quell'aria delicata, ma i lunghi mesi passati lontano da Asgard avevano fatto qualcosa per affilare i suoi lineamenti ancora di più, rendendoli ancora più alieni e irreali.
Doveva aver sentito lo sguardo su di sé, perchè si voltò verso di lui. Thor gli sorrise, e Loki ricambiò con un sorriso stanco.
"Il brivido della caccia è bello e tutto ma ho davvero bisogno di bagno caldo, voi no?" si lamentò Fandral.
"Io più che altro sono affamato," replicò Volstagg, prevedibilmente. Hogun non disse niente. Sif sbuffò rumorosamente.
Thor ridacchiò, ma poi qualcosa frusciò alla sua destra e il sorriso svanì dal suo volto.
"Avete sentito?" chiese ai suoi compagni, ma non aspettò le loro risposte. Qualunque cosa fosse, era vicino, e Thor non aveva intenzione di lasciarselo sfuggire. Qualunque cosa fosse. Si lanciò nella corsa, inseguendo la figura scura che fuggiva rapidamente nella fitta vegetazione, finchè, arrivati in uno spazio aperto nella vegetazione, la preda decise di fermarsi a studiare il proprio cacciatore.
Fu allora che Thor vide che era un puledro, ma il puledro più straordinario che avesse mai visto: il suo mantello era così lucido e di un grigio così scuro e metallico da sembrare forgiato nel ferro più solido, ma la cosa più straordinaria erano le otto zampe su cui camminava. Nonostante lo strano assortimento di arti, non sembrava aver difficoltà a correre, e Thor sapeva che se fossero stati in un campo aperto non sarebbe mai riuscito a stargli dietro. L'espressione di sfida e diffidenza era così riconoscibile da essere quasi umana. Era senza dubbio una bestia intelligente.
"E' un cavallo!" esclamò Fandral alle sue spalle, facendosi largo tra i cespugli fitti insieme a Volstagg, Hogun e Sif. "Per tutte le Norne, ha otto zampe!"
"Già. Non è straordinario? Sarebbe un'incredibile aggiunta alle nostre stalle. Deve essere incredibilmente veloce," commentò Thor, mentre la creatura camminava avanti e indietro, forse cercando un passaggio accessibile nella fitta vegetazione.
Stavano discutendo di un modo per catturarlo, quando il puledro cominciò improvvisamente a trottare spontaneamente nella loro direzione, ma con sorpresa di tutti deviò verso Loki, che era appena emerso dall'ombra degli alberi dietro di loro. Riluttante, il giovane principe allungò una mano per accarezzarlo sul muso e sulla criniera, e fece apparire una mela dal nulla.
"Come hai fatto?" chiese sbalordito Thor. Sapeva che negli ultimi tempi Loki aveva trascorso molto tempo nelle scuderie, apparentemente colpito da una nuova passione per i cavalli, ma non credeva che avesse un tale talento con gli animali. "Hai imparato un nuovo talento dagli stallieri?"
"Non essere sciocco. Dimentichi sempre che il mio talento è la magia," rispose Loki, dando la mela al puledro.
"Tu e i tuoi soliti trucchi," commentò Sif, allungando una mano per accarezzare a sua volta il giovane cavallo sulla testa. Loki non rispose alla provocazione.
"Giusto in tempo per la festa del Trono, Thor. E' un regalo perfetto per il Padre degli Dei, nel giorno del ricordo della sua ascesa al trono! Quando sarà diventato adulto sarà sicuramente un cavallo potentissimo," commentò Valstagg.
"E' un'ottima idea, in effetti," concedette Thor. "Non trovi Loki? In questo modo non dovremo andare fino a Nidhevellir e fare affari con i nani."
"Strepitosa," replicò asciutto Loki, senza guardarlo.
Thor lo fissò un lungo momento. Aveva un'espressione curiosamente neutra sul volto, anche con le dita affettuosamente affondate nella criniera soffice dell'animale. C'era qualcosa nei suoi movimenti, normalmente fluidi ed eleganti, di meccanico e bloccato, come se una tensione interna gli impedisse di muoversi con scioltezza. Probabilmente era solo stanco, pensò Thor. Forse non era stata una grande idea invitarlo a quella battuta di caccia, quando era ancora così esausto dal suo misterioso viaggio. Avrebbe dovuto pensare di più e dimostrare un po' più riguardo verso il suo giovane fratello.
Con l'aiuto di Loki, riuscirono a imbrigliare il giovane puledro e a portarlo fino a dove avevano lasciato il carro con le carcasse delle loro prede, di cui si stavano occupando alcuni servi che si erano portati dietro esattamente per questo scopo, e le loro cavalcature.
"Avrà bisogno di un nome," commentò Hogun, mentre finivano di preparare i cavalli.
"Giusto. Si chiamerà-" iniziò Thor, ma Loki lo interruppe.
"Sleipnir," mormorò Loki.
"Ma fratello! L'ho trovato io, è un mio diritto dargli un nome. Ha un colore meraviglioso, come il ferro di un'ascia appena forgiata. Credo proprio che il suo nome sarà-"
"No, Thor. Si chiama Sleipnir," ripetè Loki, senza alzare la voce e tenendo lo sguardo fisso sul puledro, che stava cercando di mangiare le briglie del suo cavallo. "Se non fosse stato per me, non ci avrebbe mai seguito fino a qui, e sai perfettamente che è la verità. Il suo nome è Sleipnir. Lo porterò io nelle stalle."
Il tono di Loki aveva una tale irrevocabilità che Thor non seppe cosa ribattere. Lasciò cadere la faccenda, per non ritardare ulteriormente la partenza verso il palazzo, ma non appena furono in marcia Thor tirò il suo cavallo vicino a quello di Loki.
"Puoi almeno spiegarmi perchè sei così cocciuto su questa faccenda? E' solo un cavallo, dopotutto," chiese Thor, confuso.
Loki lo guardò per solo un istante, ma in quel breve attimo gli parve di vedere il suo viso impassibile incrinarsi per un secondo, lasciando scoperta un'espressione di dolore e rassegnazione così cruda ed estranea ai suoi lineamenti che pensò di essersela sognata. "Lascia stare, Thor," mormorò Loki a mo' di risposta, tirando le briglie del giovane Sleipnir che trottava allegramente al loro fianco.
Thor annuì, senza parole, e continuarono la loro cavalcata in silenzio fino al castello.
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