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Can't tell Valhalla from Hel

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Titolo: Can't tell Valhalla from Hel
Serie: The glaciers made you (and now you're mine) (click & click)
Fandom: Thor
Pairing: Loki/Thor
Rating: NSFW
Warning: oral sex, sexual content, angst, incest, past mpreg, dub-con
Wordcount: 2952 [livejournal.com profile] fiumidiparole
Prompt: Union
Riassunto: Dopo aver assunto presumibilmente un filtro afrodisiaco da Amora, Thor cerca Loki e i due finiscono a letto insieme. Loki si tortura per il senso di colpa per aver dormito con il proprio fratello, e per la tragedia della perdita del legame fraterno quando decide di varcare quel confine che non avrebbe dovuto oltrepassare.
Note: Questa particolare fic avrà una storia gemella che svelerà l'altra faccia della medaglia. Il titolo è preso da un verso di Wish you were here by Pink Floyd, opportunamente modificato.


Thor sorrideva. Una scintilla divertita brillava nei suoi occhi, tradendo il suo desiderio. Le sue mani erano chiuse possessivamente sulle costole di Loki, ed erano larghe abbastanza per coprirgliele completamente. Loki le sentiva fragili in quei palmi enormi, al punto da aver quasi paura di respirare. Seduto com'era in grembo a Thor, Loki non poteva fare altro che sfiorare con mani incerte il suo torace e l'addome muscoloso, sorridendo nervosamente mentre sentiva il rossore salirgli alle guance mentre le mani di Thor scendevano sul suo corpo.

« Loki » mormorò Thor, impigliando le dita nella corta tunica di Loki, affondandole nei suoi fianchi ossuti per tirarselo più vicino, per cercare maggior contatto. Loki si lasciò sfuggire un mugolio, e chiuse gli occhi alla sensazione.
Doveva mantenersi lucido, mantenere il controllo della situazione. Erano già in una brutta posizione senza che lui perdesse la testa. Non se lo sarebbe mai perdonato.


« Loki » mormorò Thor con maggiore urgenza, la sua voce un basso brontolio. Loki sentì il proprio sorriso tirarsi in una smorfia quando nello stesso momento Thor aveva rafforzato la presa sul suo bacino; era talmente ferrea che per un attimo temette di sentirselo andare dolorosamente in briciole. Poi Thor decise che palpargli il sedere era molto più soddisfacente che tastargli le ossa. Loki sobbalzò.

« THOR! » esclamò Loki, con tono di rimproverò. Lo schiaffeggiò sul braccio per allontanare le mani invadenti, ma Thor si limitò a sorridere stupidamente, con l'espressione di un lupo che avesse catturato una preda succulenta.
Loki sospirò. Aveva sperato di aver mal interpretato le intenzioni di Thor, ma a quel punto era impossibile sbagliarsi.


Preoccupato che qualcuno potesse entrare nella stanza, Loki alzò una mano e soffiò un sottile nastro di magia in direzione della porta; i battenti si chiusero con un tonfo quieto, e si sigillarono magicamente. Se qualcuno li avesse visti sarebbe stato un disastro, e la colpa sarebbe ricaduta su Loki. Di nuovo.

Poteva quasi sentire i pettegolezzi ronzargli nelle orecchie. Diranno che la mia decenza ormai è inesistente al punto da farmi fottere dal mio stesso fratello, pensava Loki amaramente.

Ormai non aveva più problemi ad invitare uomini nel suo letto: l'accusa di argr, sebbene sempre sgradevole, ormai scivolava sulla sua pelle come acqua, e l'unico motivo per cui se ne irritava ancora era perchè l'aveva sentita da molti di quelli che lo avevano avuto solo poco tempo prima. Ogni volta che sentiva il familiare senso di colpa risalire in superficie pensava alla risata di Svadilfari, e ai calci che Sleipnir, ancora minuscolo nel suo ventre, gli sferrava di notte, che nonostante gli impedissero di dormire lo riempivano di una gioia indescrivibile. Se avesse potuto avere un'altra possibilità di sentire una vita crescere dentro di lui, Loki si sarebbe dichiarato argr con grande orgoglio.

L'incesto però era una questione differente; Loki era ben a conoscenza dell'affare illecito che andava avanti tra Freya e Freyr da moltissimo tempo, ma i gemelli non erano Loki. Un atto del genere sarebbe stata la prova finale della sua malizia, del suo essere fuori controllo. Anche se nessuno avrebbe saputo che quello a prendere l'iniziativa era stato Thor.

« Thor, » mormorò Loki, lottando contro il nodo che gli stringeva la gola « Non posso. Non posso. Non possiamo. Mi capisci? » cercò di farlo ragionare, afferrando le mani del fratello e posandole in una zona meno sensibile.
Thor si limitò a grugnire e a borbottare un dissenso incomprensibile, lasciando spaziare lo sguardo sul corpo del fratello che aveva in grembo. Poi il suo sorriso si allargò, e, mettendo le mani sui fianchi di Loki, lo manovrò in una posizione più comoda. Loki chiuse gli occhi, deglutì, prese un respiro profondo, e si concentrò per ignorare il rigonfiamento nei calzoni di Thor che ora premeva proprio contro il suo fondoschiena. Si sentiva un giocattolo tra le mani di un bambino, e Thor era crudele e giocoso come solo un bambino poteva essere. Era sempre stato infantile.

Il problema era che non era sicuro che quello fosse Thor.

Quando si trattava di tiri mancini, Loki era sempre il primo a ridere -anche perchè metà di essi erano opera sua; sarebbe stato stupido non ridere delle proprie bravate, specie se andavano a buon fine. Quando però era Amora l'artefice dello scherzo, c'era sempre un altissimo rischio che la burla si tramutasse in tragedia, e Loki era sempre quello che doveva sistemare i danni causati dall'incantatrice.

Quando Thor entrò ondeggiando nella biblioteca di Loki con un sorriso più ebete del solito sul viso, il giovane principe si rese subito conto con orrore che il fratello doveva essere sotto influenza di qualche filtro di Amora. Per un attimo aveva temuto il peggio, perchè la metà di filtri che provocavano euforia erano molto difficili da miscelare e se preparati con poca attenzione rischiavano di diventare veleni letali, che uccidevano chiunque li avesse bevuti di una morte lentissima e inconsapevole; poi però, mentre Loki, chino su uno dei suoi volumi di pozioni, balbettava preso dal panico che tutto sarebbe andato per il meglio, Thor aveva avvolto le braccia intorno alla vita di Loki e aveva cominciato a baciargli il collo, premendo il corpo contro il suo.

Loki aveva tirato un sospiro di sollievo -gli afrodisiaci erano molto meno difficili da sbagliare, quindi Thor era probabilmente non in pericolo- finchè non si era reso conto che cosa implicava la natura della pozione.
Se era riuscito ad evitare che Thor spazzasse via tutte le sue carte dal tavolo a cui Loki stava lavorando e che lo prendesse lì dov'era, Loki doveva solo ringraziare il suo talento per la persuasione: era riuscito a convincerlo a condurlo nelle sue stanze con il suggerimento di un brindisi in privato, prima di “dedicarsi ad altro”, con l'intenzione di fargli scivolare un filtro soporifero nell'idromele, in modo da fargli smaltire l'afrodisiaco dormendo.


Quando però erano arrivati nelle stanze di Thor, l'erede di Asgard aveva velocemente tolto le parti più ingombranti della sua armatura, aiutando il riluttante Loki a fare lo stesso, e si era seduto sul letto trascinandosi il fratello più giovane in grembo senza troppi complimenti, invito e brindisi completamente dimenticati. Così eccoli, l'uno in braccio all'altro e solo pochi strati di stoffa a separarli, con Thor che diventava sempre più impaziente e meno disposto ad avere a che fare con i suoi tentativi di temporeggiamento.

Loki cercava di stare calmo, convincendosi che era il filtro che spingeva l'altro a comportarsi in quel modo: Thor, il suo perfetto fratello, l'erede al trono di Asgard, il migliore guerriero dei nove mondi non poteva desiderare un altro uomo. Non poteva desiderare suo fratello. Non Loki.

« Loki, » mormorò Thor, facendo vibrare il proprio petto sotto le mani del fratello « non ti farò del male, fratello. »
Era una minaccia e una promessa al tempo stesso, ed era allarmante, perchè era la prima frase di senso compiuto che Thor era riuscito a cavare dalle proprie labbra fin da quando lo aveva trascinato via dalla biblioteca. Thor si sedette più dritto, appoggiandosi contro la testata del letto, e prese ad accarezzare la schiena di Loki, come per rassicurarlo.


Loki aveva paura. Non di Thor, ma di se stesso. Le Norne sapevano quanto bastasse un poco di delicatezza per far sciogliere Loki da ogni buon proposito, perchè l'ultimo amante premuroso che Loki aveva avuto dopo Svadilfari era stato un giovane e riluttante scudiero appena arrivato a corte; il giovane si era rifiutato di vederlo ancora perchè temeva che la sua relazione con il principe mettesse Loki in cattiva luce. Loki aveva pianto. Da allora però si era concesso agli uomini più rozzi, che non si sentissero in colpa di essersi fottuti la feccia dei reali di Asgard, e che lo trattassero come la feccia si meritava, usandolo come mero veicolo per i loro desideri irrealizzabili. Se avessero chiesto a Loki perchè si piegava ad una simile umiliazione, il principe non avrebbe saputo rispondere. Nel suo profondo, forse il suo vero desiderio era di rimanere in attesa di nuovo, ma il lieto evento non si era ancora verificato, anche quelle volte che, su richiesta dell'amante di turno, Loki aveva assunto un corpo femminile.

Thor lo strinse a sé, in modo che Loki potesse appoggiare il mento sulla sua spalla, e cominciò a mormorare gentilezze e rassicurazioni incomprensibili. Il principe più giovane poteva sentire il proprio corpo tremare e sciogliersi sotto le carezze di Thor, che ora gli massaggiavano la schiena in piccoli movimenti circolari. Ricordava un tempo in cui un abbraccio del genere era la normalità e non un evento imbarazzante e inappropriato, quando su Asgard i temporali scoppiavano ancora spontaneamente, prima che Thor riuscisse a controllare gli elementi, e Loki non riusciva nemmeno a pensare con quel rumore assordante e spaventoso nelle orecchie; Thor allora prendeva sul serio il suo compito di fratello maggiore e lo abbracciava stretto, finchè i tuoni non smettevano di fare a brandelli il cielo nuvoloso, promettendogli promesse che non poteva mantenere ma che Loki prendeva per oro colato, quando Thor era ancora il suo Fratello Maggiore e la sua icona, il suo idolo. Ignaro delle sue ricordanze,Thor gli baciava i capelli, sussurrava nonsense.

Se Thor mi abbracciasse così ogni volta, verrei nel suo letto ogni volta che me lo chiedesse, pensò distrattamente la mente di Loki, e il giovane principe si rese conto che lo avrebbe fatto davvero. Non si era mai reso conto di quanto suo fratello gli fosse mancato, soffocato nel senso di disprezzo per i suoi stupidi amici e la sua stupida fissazione per gli allenamenti. Thor era una montagna di muscoli che amava più di ogni altra cosa tirare Mjolnir più lontano che poteva, ma era anche suo fratello. La sua famiglia. Ma Loki, stupido Loki, si era chiuso nella sua biblioteca, e lo aveva cacciato via dal suo spazio, accecato dalla gelosia e annegato nella sua autocommiserazione.

Non poteva fare niente per recuperare quella primordiale unità. Tanto valeva spezzarla per sempre.
Loki spinse leggermente Thor per sciogliersi dallo stretto abbraccio, e poi, sotto il suo sguardo vigile afferrò l'orlo della propria veste con mani tremanti e tirò. Subito le mani del fratello andarono a posarsi, quasi con reverenza, sulle sue costole nude, per poi aiutarlo a rimuovere completamente l'indumento, che venne gettato a lato del letto, dimenticato. Loki si lasciò toccare i capelli, le spalle, le braccia, il ventre -levigato, piatto, vuoto- mentre Thor ripeteva sottovoce come un mantra quato fosse bello, perfetto, pallido e liscio, come una scultura, come un ciottolo levigato dal fiume, e le sue dita andavano ai lacci che chiudevano i lembi dei suoi calzoni per allentarli. Loki sentiva brividi in tutto il corpo, consapevole che più tardi si sarebbe pentito amaramente della sua decisione: era ormai tardi per pensarci.


Aiutò Thor a disfarsi della sua tunica, rimanendo sconvolto quanto il corpo di Thor fosse possente anche sotto gli indumenti. Non che non avesse mai visto Thor nudo -a differenza di Loki, che faceva in modo di rimanere coperto il più a lungo possibile prima di scivolare nell'acqua termale, il fratello non aveva alcuna riserva nell'esibire il suo corpo nei bagni del palazzo- ma averlo sotto di lui a quel modo era decisamente un'altra cosa. Giovane ed inesperto quando si era lasciato possedere da Svadilfari, aveva trovato intimidatorio anche il fisico asciutto e snello del mutaforma; con il tempo, giacere con i guerrieri lo aveva abituato a corpi di ogni forma e muscolatura. Thor tuttavia, era veramente una creatura di un altro mondo: nonostante fosse alto quanto lui, Loki in confronto era piccolo e vulnerabile. Sorprendentemente, invece di sentirsi minacciato dalla forza racchiusa in quei bicipiti colossali, si sentiva protetto, come mai in vita sua.

Thor sorrise e ribaltò le loro posizioni, premendolo nel materasso con il suo peso. « Finalmente, Loki » mormorò, aiutandolo a sfilare l'indumento rimasto prima di spogliarsi completamente anche lui.
Invece di passare subito al sodo, come Loki si sarebbe aspettato da un qualunque uomo sotto l'effetto di un afrodisiaco, Thor rimase un lungo minuto a fissare il corpo di Loki steso sulle sue lenzuola, come se volesse imprimersi l'immagine nella mente. Qualcosa di isterico in fondo alla coscienza di Loki rise rumorosamente, perchè sapeva benissimo che Thor una volta soddisfatto si sarebbe addormentato, e al mattino non si sarebbe ricordato niente di niente, ma Loki era ancora troppo preso dai propri scrupoli per rilassarsi completamente e trovarlo divertente.


Quando però Thor prese in mano le sue caviglie, divaricandogli le gambe e inginocchiandosi nello spazio tra di esse, e decise di iniziare attivamente a occuparsi di lui, Loki trovò difficile rimanere teso con le sue labbra su di lui. La parte del cervello di Loki che non era completamente sfracellata dalle sensazioni si chiese distrattamente se Thor avesse già avuto altri uomini, e quasi si preoccupò per il suo primato di lingua d'argento, visto quanto talento avesse quella di Thor; il principe più giovane si ritrovò a tirarlo per i capelli per non venire nella sua bocca, ma Thor lo ignorò e rimase nella sua posizione. Loki credette di morire quando sentì la gola di Thor lavorare intorno a lui, e affondò le unghie nel suo scalpo soffocando un gemito. Non si era nemmeno accorto che nel frattempo aveva appoggiato le gambe sulle spalle di Thor, affondandogli i talloni nella schiena in una maniera che certamente non doveva essere comoda per il fratello, e praticamente esponendosi completamente alla sua vista.

Thor gli afferrò le ginocchia da dietro, accarezzando dolcemente con i pollici la pelle morbida dell'articolazione, e di nuovo si era fermato a guardarlo con quello sguardo ammirato e adorante di poco prima. Questo Loki non lo realizzò al momento; fu solo più tardi, tornato nelle sue stanze con il familiare e confortevole indolenzimento dei muscoli che aveva ormai imparato ad associare al sesso, che lo sguardo di Thor riaffiorò dalla memoria come un sogno lontano.
Avrebbe ricordato solo dopo che Thor aveva speso lunghi minuti a prepararlo con l'olio che teneva accanto al letto, ripetendo che non avrebbe mai permesso che si facesse male, che fosse doloroso, che non fosse pronto, prima di spingersi dentro di lui, lentamente all'inizio e poi, alle reazioni positive di Loki, sempre più energicamente, fino a giungere al suo orgasmo. Non si era preoccupato di portare Loki con sé, anche se probabilmente ce l'avrebbe fatta, ma andava bene così, perchè i suoi sensi erano ancora piacevolmente ovattati, e Thor aveva continuato a baciare ogni centimetro della sua pelle che riuscisse a raggiungere.


Fu una volta che erano sdraiati uno di fianco all'altro che Thor gli appoggiò una mano sulla guancia, lo attirò a sè e lo baciò. Loki potè sentire se stesso sulla lingua di Thor, ma anche un sapore che era solo suo. Non avrebbe potuto fare un errore peggiore, con quel bacio, e lo sapeva, ma al solito, niente importava in quel momento se non il momento stesso.

Poi Thor si addormentò, come Loki aveva previsto, e il giovane principe rimase nudo sul lato del letto, solo con i suoi pensieri e il suo senso di colpa. Con un po' di fortuna, Thor non avrebbe mai saputo di aver dormito con lui -era raro che i filtri afrodisiaci permettessero a chi li assumeva di ricordare le loro esperienze- ma come avrebbe fatto Loki a guardarlo in faccia senza ricordare quello che avevano fatto? Aveva attraversato un solco che non doveva attraversare, e improvvisamente era come se quel solco avesse perso significato. Erano ancora fratelli nel sangue, ma per Loki Thor non era più un fratello: o amante, o estraneo, quelle erano le possibilità che gli erano rimaste.

Amante naturalmente non era una soluzione accettabile. Anche se non fosse stato profondamente disgustato dall'incesto di cui si sarebbero macchiati ripetutamente, Thor non avrebbe mai potuto volere uno come lui. Perfino Hogun sarebbe sembrato più desiderabile di Loki, in una circostanza del genere. Certo, Loki avrebbe potuto assumere l'aspetto che voleva per fargli piacere, ma a quel punto sarebbe stato come lasciarsi fottere da un qualunque guerriero, che vedeva interesse in Loki nella misura in cui era a conoscenza della sua fluidità di forme; oltretutto non era disposto a sopportare di essere trattato come una concubina qualunque da suo fratello, di essere usato per soddisfare i bisogni della sua carne come una prostituta possibile. Sapeva che sarebbe stato inutile indignarsi per un trattamento del genere: in fondo Loki non poteva costringere Thor a volerlo, non senza qualche supporto magico.

Estraneo, dunque. Non sarebbe stato difficile, in fondo erano anni che si comportava a quel modo con la sua famiglia, rinchiudendosi nella sua biblioteca ogni volta che temeva di star diventando troppo vicino ai suoi parenti. Represse una risata senza allegria nel lenzuolo che Thor aveva premurosamente adagiato sulle sue spalle prima di addormentarsi. Il nodo nella sua gola era così stretto che si sentiva soffocare.

Scivolò fuori dal letto per raccogliere i suoi indumenti sparpagliati sul pavimento della stanza e si rivestì, riagganciando i pezzi metallici della leggera protezione che indossava invece della solita armatura più silenziosamente possibile; raccolse anche quelli di Thor e glieli appoggiò sul baule ai piedi del letto, in modo che li trovasse subito appena sveglio. Si concesse uno sguardo al fratello addormentato: Thor dormiva serenamente, i lunghi capelli biondi sparsi sul cuscino, il respiro regolare. La figura di un Thor molto più giovane che gli prometteva di far sparire tutti i fulmini e quella del Thor di pochi minuti prima che sussurrava mantra di adorazione a un centimetro dalla sua pelle si sovrapposero con quella che aveva davanti agli occhi.

Dandosi un'ultima occhiata intorno, Loki mormorò alcune parole tracciando cerchi nell'aria. Le porte si desigillarono senza un suono, e il principe lasciò le stanze di Thor.

Quando l'erede di Asgard si risvegliò, nemmeno un'ora dopo, di Loki nella stanza non era rimasto nemmeno il profumo.



NB: questa storia è parte di una serie. Gli episodi non sono ordinati in ordine cronologico. 

Comments

Oct. 4th, 2012 01:26 pm (UTC)
Storia interessante, fluida e ben scritta. Mi incuriosisce sopratutto il fatto che hai parlato di una storia gemella che spiega come stanno davvero le cose.
Quindi Amora non centra niente, come lascia supporre quel « Finalmente, Loki » che dice Thor ?