Apr. 5th, 2012
Titolo: Defiant
Serie: the glaciers made you (and now you're mine) (click & click)
Fandom: Thor
Pairing: pre-romance Thor/Loki, Thor/Sif
Rating: PG
Warning: pre-slash, kid!fic, mythology
Wordcount: 767 @
fiumidiparole
Prompt: Defiant
Riassunto: Frigga non riesce a capire cosa possa spingere un ragazzo tranquillo come Loki a fare scherzi del genere.
La riflessione di una madre, e l'inizio della fine.
Note: Challenge Accepted.
Era naturale che Loki non sarebbe rimasto il dolce bambino che amava nascondersi nelle sue gonne, pensava Frigga malinconicamente mentre dal terrazzo della sua stanza guardava i suoi figli giocare in giardino con i loro amici. O meglio, Thor giocava con i suoi amici; Loki era seduto sul prato, immerso nella lettura del suo libro, lottando contro la brezza che gli scompigliava i capelli e gli girava le pagine a tradimento.
Teoricamente Loki sarebbe dovuto essere chiuso in camera sua, in punizione; quando però lo aveva visto imbronciato e frustrato, sdraiato sul suo letto che fissava il soffitto, Frigga decise che lasciarlo leggere all’aperto non l’avrebbe fatto andare contro le regole. In fondo Odino gli aveva vietato di accedere alla biblioteca, non gli aveva proibito i libri in sè. Quando la Regina degli dei aveva portato a Loki uno dei libri che aveva lasciato sul tavolo di lettura il giorno prima, e l’aveva esortato ad uscire in giardino, il ragazzo le aveva rivolto un sorriso così luminoso che Frigga era quasi sicura di non averne mai visto uno così sul viso del suo bambino. Il pensiero l’aveva resa triste.
Si chiedeva se fosse per via dell’adoloescenza. Thor e Loki avevano qualche anno di differenza dopotutto, era normale che crescessero a ritmi divers, e ogni tanto dimenticava che il più giovane dei suoi bambini non era veramente nato dal suo grembo. Forse era anche per quello che i loro caratteri erano così diversi.
Cercava di non fare preferenze, ma doveva ammettere che ogni tanto sentiva Loki più vicino al suo cuore, rispetto a Thor: con quella corporatura così sottile, così gracile rispetto al fratello maggiore, le sembrava troppo fragile per vivere per conto suo. Era sempre felice di abbracciarlo e accarezzargli i capelli quando veniva a chiederle consigli, anche adesso che erano cresciuti, e Thor ormai evitava le sue smancerie da madre affettuosa; d’altronde Loki era sempre stato più incline di Thor alle sue coccole. Aveva paura a volte, di come Loki le si arrampicava addosso, come se non volesse mai lasciarla andare, come se avesse paura di staccarsene.
Frigga non aveva visto i segni della crisi finchè non era scoppiata, e si era chiesta cosa aveva sbagliato, come fanno tutte le madri quando i figli, crescendo, smettono di essere bambini. Loki era sempre sembrato felice al fianco di Thor, anche se il suo rumoroso fratellone finiva sempre per occupare la scena per intero: sembrava contento di fargli da spalla, di seguire le sue orme, di stare nella sua ombra. Era evidente che le cose non potevano continuare a quel modo per lungo tempo. Come avesse fatto a non rendersene conto, Frigga non riusciva a capacitarsene.
Frigga sapeva che Loki era geloso di Sif. Perchè altrimenti avrebbe fatto una cosa simile alla povera ragazza? Di cosa fosse geloso però, era difficile dirlo. Era vero che Thor ultimamente aveva fatto amicizia con altri ragazzi, e Loki era finito inevitabilmente ai margini della sua attenzione (Frigga avrebbe dovuto sgridarlo, per aver lasciato da parte suo fratello, ma per qualche motivo non l’aveva fatto; ora se ne sentiva in colpa. Forse avrebbe potuto evitare l’incidente, se l’avesse rimproverato?), ma Loki se l’era presa solo con Sif, forse perchè era quella con cui Thor andava più d’accordo. Temeva di essere sostituito definitivamente nel cuore di Thor, forse? Loki era probabilmente troppo giovane per capire che il suo legame familiare non poteva essere reciso da una semplice cotta adolescenziale. Gli amori vanno e vengono, ma la famiglia è per sempre, dicevano i saggi.
Giù nel cortile Thor si lamentava rumorosamente; Frigga non riusciva a distinguere le parole, ma dal tono e dai gesti poteva intuire che stesse cercando di coinvolgere Loki nei loro giochi, nel suo modo un po’ brusco e maldestro. Loki all’inizio sembrò ignorarlo; poi chiuse il libro con riluttanza e si alzò, spolverandosi la corta tunica per rimuovere fili d’erba, il volume posato ai suoi piedi. Thor trionfante iniziò a strattonarlo per un braccio, incoraggiandolo ad unirsi a loro. Incominciarono a cantare una conta stonata, e la sorte cadde su Fandral. Il ragazzo biondo cominciò a correre, e subito il gruppetto gli fu alle calcagna. Loki corse di fianco a Thor per qualche metro ma poi, quando sembrò che il fratello si fosse dimenticato di nuovo della sua presenza, troppo preso dal gioco, rallentò, restando indietro di proposito. Guardò i ragazzi che si rincorrevano per qualche secondo, poi tornò sui suoi passi, per risedersi nel punto in cui aveva lasciato il libro. Riaprì il volume, e ricominciò a leggere.
Dall'alto della sua terrazza, Frigga scosse il capo con un sospiro e rientrò.
NB: questa storia è parte di una serie. Gli episodi non sono ordinati in ordine cronologico.
Serie: the glaciers made you (and now you're mine) (click & click)
Fandom: Thor
Pairing: pre-romance Thor/Loki, Thor/Sif
Rating: PG
Warning: pre-slash, kid!fic, mythology
Wordcount: 767 @
![[livejournal.com profile]](https://www.dreamwidth.org/img/external/lj-community.gif)
Prompt: Defiant
Riassunto: Frigga non riesce a capire cosa possa spingere un ragazzo tranquillo come Loki a fare scherzi del genere.
La riflessione di una madre, e l'inizio della fine.
Note: Challenge Accepted.
Era naturale che Loki non sarebbe rimasto il dolce bambino che amava nascondersi nelle sue gonne, pensava Frigga malinconicamente mentre dal terrazzo della sua stanza guardava i suoi figli giocare in giardino con i loro amici. O meglio, Thor giocava con i suoi amici; Loki era seduto sul prato, immerso nella lettura del suo libro, lottando contro la brezza che gli scompigliava i capelli e gli girava le pagine a tradimento.
Teoricamente Loki sarebbe dovuto essere chiuso in camera sua, in punizione; quando però lo aveva visto imbronciato e frustrato, sdraiato sul suo letto che fissava il soffitto, Frigga decise che lasciarlo leggere all’aperto non l’avrebbe fatto andare contro le regole. In fondo Odino gli aveva vietato di accedere alla biblioteca, non gli aveva proibito i libri in sè. Quando la Regina degli dei aveva portato a Loki uno dei libri che aveva lasciato sul tavolo di lettura il giorno prima, e l’aveva esortato ad uscire in giardino, il ragazzo le aveva rivolto un sorriso così luminoso che Frigga era quasi sicura di non averne mai visto uno così sul viso del suo bambino. Il pensiero l’aveva resa triste.
Si chiedeva se fosse per via dell’adoloescenza. Thor e Loki avevano qualche anno di differenza dopotutto, era normale che crescessero a ritmi divers, e ogni tanto dimenticava che il più giovane dei suoi bambini non era veramente nato dal suo grembo. Forse era anche per quello che i loro caratteri erano così diversi.
Cercava di non fare preferenze, ma doveva ammettere che ogni tanto sentiva Loki più vicino al suo cuore, rispetto a Thor: con quella corporatura così sottile, così gracile rispetto al fratello maggiore, le sembrava troppo fragile per vivere per conto suo. Era sempre felice di abbracciarlo e accarezzargli i capelli quando veniva a chiederle consigli, anche adesso che erano cresciuti, e Thor ormai evitava le sue smancerie da madre affettuosa; d’altronde Loki era sempre stato più incline di Thor alle sue coccole. Aveva paura a volte, di come Loki le si arrampicava addosso, come se non volesse mai lasciarla andare, come se avesse paura di staccarsene.
Frigga non aveva visto i segni della crisi finchè non era scoppiata, e si era chiesta cosa aveva sbagliato, come fanno tutte le madri quando i figli, crescendo, smettono di essere bambini. Loki era sempre sembrato felice al fianco di Thor, anche se il suo rumoroso fratellone finiva sempre per occupare la scena per intero: sembrava contento di fargli da spalla, di seguire le sue orme, di stare nella sua ombra. Era evidente che le cose non potevano continuare a quel modo per lungo tempo. Come avesse fatto a non rendersene conto, Frigga non riusciva a capacitarsene.
Frigga sapeva che Loki era geloso di Sif. Perchè altrimenti avrebbe fatto una cosa simile alla povera ragazza? Di cosa fosse geloso però, era difficile dirlo. Era vero che Thor ultimamente aveva fatto amicizia con altri ragazzi, e Loki era finito inevitabilmente ai margini della sua attenzione (Frigga avrebbe dovuto sgridarlo, per aver lasciato da parte suo fratello, ma per qualche motivo non l’aveva fatto; ora se ne sentiva in colpa. Forse avrebbe potuto evitare l’incidente, se l’avesse rimproverato?), ma Loki se l’era presa solo con Sif, forse perchè era quella con cui Thor andava più d’accordo. Temeva di essere sostituito definitivamente nel cuore di Thor, forse? Loki era probabilmente troppo giovane per capire che il suo legame familiare non poteva essere reciso da una semplice cotta adolescenziale. Gli amori vanno e vengono, ma la famiglia è per sempre, dicevano i saggi.
Giù nel cortile Thor si lamentava rumorosamente; Frigga non riusciva a distinguere le parole, ma dal tono e dai gesti poteva intuire che stesse cercando di coinvolgere Loki nei loro giochi, nel suo modo un po’ brusco e maldestro. Loki all’inizio sembrò ignorarlo; poi chiuse il libro con riluttanza e si alzò, spolverandosi la corta tunica per rimuovere fili d’erba, il volume posato ai suoi piedi. Thor trionfante iniziò a strattonarlo per un braccio, incoraggiandolo ad unirsi a loro. Incominciarono a cantare una conta stonata, e la sorte cadde su Fandral. Il ragazzo biondo cominciò a correre, e subito il gruppetto gli fu alle calcagna. Loki corse di fianco a Thor per qualche metro ma poi, quando sembrò che il fratello si fosse dimenticato di nuovo della sua presenza, troppo preso dal gioco, rallentò, restando indietro di proposito. Guardò i ragazzi che si rincorrevano per qualche secondo, poi tornò sui suoi passi, per risedersi nel punto in cui aveva lasciato il libro. Riaprì il volume, e ricominciò a leggere.
Dall'alto della sua terrazza, Frigga scosse il capo con un sospiro e rientrò.
NB: questa storia è parte di una serie. Gli episodi non sono ordinati in ordine cronologico.