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25 days of writing: day 8

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Day 8: What about their earlier school days? Write a scene of your character in grade school or middle school.

Titolo: Altrove
Fandom: Originale - Moscow Chronicles
Pairing: none
Rating: safe
Warning: none
Wordcount: 482
Riassunto: Aveva vissuto così tante vite attraverso inchiostri versati da altri, che gli sembrava che non ci fosse altro modo di viverla.
Note: Missing moment di una fic mai esistita.

"E' un ragazzino molto intelligente per la sua età, e anche nel suo modo di scrivere si può già vedere uno stile interessante. E' sempre preciso nelle sue risposte, è chiaro che studia molto. Se solo non avesse sempre la testa altrove" diceva la signorina Rogova di Il'ya.

Si sbagliava. Non aveva la testa altrove. Il'ya era sempre molto concentrato su quello che succedeva in classe. Il problema era che non era abbastanza. Aveva bisogno di più informazioni, più collegamenti, più approfondimento. Grazie al cielo la sua mamma aveva tanti libri in casa, e c'era dentro tutto quello che gli serviva. In classe però capitava di sentire lezioni che gli ricordavano qualcosa, probabilmente dalle sue letture, e si torturava finchè non si ricordava cos'era. Per fortuna la sua memoria era fantastica, e lo sapeva anche. Bastava cercare.

Il'ya non era con la testa altrove: era l'altrove che era nella sua testa. Pagine e pagine di altri mondi che si spiegavano nella sua testa come castelli di carte e fiori di carta, mentre la maestra blaterava di cose che erano così ovvie che Il'ya si annoiava solo a sentirle menzionare. Non era un genio; era solo molto informato, e adorava esserlo. Dopo i primi anni alle elementari, passati ad alzare la mano febbrilmente, ansioso di mostrare quante cose la sua piccola testa bionda potesse immagazzinare, quanto veloce era in grado di leggere, quanto rapidamente era in grado di recitare a memoria le capitali d'Europa ordinandole da est a ovest, Il'ya aveva improvvisamente avuto un'epifania: a nessuno interessava. Era il suo piccolo grande mondo, il sapere. Gli insegnanti erano entusiasti di lui, ma ripetevano continuamente che avrebbe dovuto lasciare spazio ai suoi compagni di classe.

Così Il'ya aveva smesso di partecipare attivamente. Nella sua mente di tredicenne le cose erano molto più interessanti e stimolanti. Leggeva, quando le lezioni si interrompevano un paio di minuti tra una materia e l'altra, per mantenere sempre attiva la propria attenzione e il proprio interesse; scriveva noticine minuscole sul bordo di ogni pagina, o si annotava mentalmente gli autori minori per scoprirne di più una volta rifugiatosi nella biblioteca della scuola.

Tutti lo consideravano strano, ma ad Il'ya non dispiaceva. Mentre i suoi compagni di classe cominciavano a scambiarsi i primi commenti sulle ragazze, e scherzavano dicendo che se un quattrocchi come lui non si fosse dato una mossa le migliori sarebbero già state prese, Il'ya alzava le spalle e andava avanti a leggere dei suoi amori strazianti e senza soluzione.

Forse era anche per quello che si sentiva così grande; aveva vissuto così tante vite attraverso inchiostri versati da altri, che gli sembrava che non ci fosse altro modo di viverla. La sua vita era in un libro, e forse un giorno avrebbe finito per scriverla.

Non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe iniziata mentre era circondato delle innumerevoli esistenze di cui aveva letto, nella biblioteca in cui lavorava.

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