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somewhatclear2012-04-10 12:30 am
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(un)grateful
Titolo: (un)grateful
Serie: the glaciers made you (and now you're mine) (click & click)
Fandom: Thor
Pairing: Loki/Thor
Rating: PG
Warning: pre-slash, mitologia nordica, riferimenti a tortura, sentimenti omofobi, stupidità.
Wordcount: 776 @
fiumidiparole
Prompt: Grateful
Riassunto: Thor ammira il nuovo Mjolnir. Non sembra interessato al fatto che Loki stia piangendo per la sua punizione nella stanza accanto.
Note: Nessuno è più crudele di chi è convinto di fare del bene.
Thor era giovane ed inesperto, ma abbastanza versato nell’arte del combattimento da capire che Mjolnir era un’arma straordinaria. Era stato un regalo di compleanno in anticipo, una sorpresa inaspettata. Non avrebbe mai pensato che tra tutti Loki sarebbe stato quello che lo avrebbe fornito di un’arma così formidabile.
D’altronde però, era il minimo che potesse fare per farsi perdonare il suo terribile scherzo: la povera Sif aveva pianto per giorni e giorni, quando Loki aveva deciso di giocarle un brutto tiro e tagliarle tutti i suoi bellissimi capelli biondi. Era sembrata una tragedia di breve durata, finchè la chioma non aveva cominciato a ricrescere, e tutti poterono constatare quanto grave fosse il danno: i capelli della ragazza erano ora neri come la mezzanotte, come quelli dello stesso Loki. Sif era stata inconsolabile.
Poi, un giorno, Loki era rispuntato con tutti quei doni meravigliosi: oltre ad una parrucca d’oro, ma che pareva fatta di capelli veri, per sostituire quelli di cui aveva derubato Sif, Loki era tornato dal suo viaggio nella terra dei Nani anche una nave magica, velocissima e le cui dimensioni potevano essere diminuite fino a poterla mettere in tasca, un anello d’oro che generava altri otto anelli dello stesso materiale ogni nove notti, e infine Mjolnir, il martello da guerra più straordinario che Thor avesse mai visto. Era vero che il manico era un po’ corto, ma il difetto era coperto dal fatto che l’arma fosse praticamente infallibile.
Thor, guardando Loki seduto nella sua stanza a leggere, si chiedeva ogni tanto perchè suo fratello non potesse essere un ragazzo normale come tutti gli altri. Aveva cercato di trascinarlo a cacciare, a giocare, immaginando di seguire truppe di Jotnar da sbudellare, a farlo sgattoiolare fuori dal palazzo a bere idromele di nascosto nelle locande vicine; Loki aveva sempre rifiutato, con quell’aria altezzosa, dicendo che aveva degli studi da terminare, oppure aveva accettato, ma con un’espressione sofferente, come se fosse stato costretto.
Se Loki fosse stato uno di quei topi di biblioteca come i suoi precettori, Thor forse avrebbe potuto sopportarlo, e magari prenderlo in giro senza sentirsi in colpa: ma Loki era intelligente. Era incredibile: sapeva fare delle cose pazzesche, anche se usava la magia per farle. Thor non capiva la magia, e gli faceva anche un po’ impressione: ma Loki lanciava incantesimi con la stessa facilità con cui Thor tirava fendenti, ed era in grado con una sola parola di far diventare la veste del messaggero di colori improbabili, di riporre i libri pesanti senza sforzo, di atterrare un avversario senza neanche toccarlo, e tante altre cose straordinarie.
Se solo avesse usato il suo talento per delle cose utili, e non per i suoi soliti scherzi idioti. Thor sapeva che erano solo scherzi, ma tutti pensavano che Loki fosse malvagio. Era già abbastanza brutto che usasse la magia senza che la utilizzasse per fare del male alla gente.
Aveva già sentito molte volte quelli della corte che chiamavano Loki argr dietro le spalle della famiglia reale, e aveva dovuto trattenersi per non rompere il collo di quegli schiavi impudenti. Tuttavia non poteva ignorare il peso nello stomaco, quella paura che gli insulti si riferissero alla verità. Non gli era difficile immaginare Loki con un altro uomo, con quelle gambe lunghe, il portamento elegante, i lineamenti fini e quelle mani dalle dita così sottili, ancora più per il fatto che non sembrava essere interessato a nessuna delle ragazze che a volte durante le feste si assiepavano intorno al loro gruppo, speranzose nelle attenzioni di Fandral o addirittura delle sue.
Ecco perchè Thor non aveva detto niente, quando Odino aveva stabilito che Brokkr potesse vendicarsi del torto subito cucendo le labbra di Loki con una stringa di cuoio; ecco perchè aveva aiutato il vecchio nano a catturare il fratello, tenendolo fermo mentre le mani di quello, indurite dal lavoro nella fucina, bucavano la carne tenera con uno spesso ago; ecco perchè aveva ignorato lo sguardo supplichevole di Loki, le sue lacrime, i suoi gemiti di dolore, il suo tremore mentre si accasciava sul pavimento della sala del trono, i guaritori che lo avevano aiutato ad alzarsi per accompagnarlo nella sua stanza.
Sperava che con quella punizione Loki decidesse di smettere di comportarsi a quel modo. Sperava che ritornasse il ragazzino entusiasta che faceva tutto quello che Thor faceva.
Thor fissò la porta chiusa della sua stanza per un lungo momento, prima di decidere che avrebbe posto Mjolnir nel sotterraneo, dove le preziose reliquie della famiglia reale erano riposte, insieme allo Scrigno degli Antichi Inverni; forse a quel modo si sarebbe tolto dalle orecchie l’eco del pianto di Loki che cercava di soffocarne il rumore nelle pieghe del mantello.
NB: questa storia è parte di una serie. Gli episodi non sono ordinati in ordine cronologico.
Serie: the glaciers made you (and now you're mine) (click & click)
Fandom: Thor
Pairing: Loki/Thor
Rating: PG
Warning: pre-slash, mitologia nordica, riferimenti a tortura, sentimenti omofobi, stupidità.
Wordcount: 776 @
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Prompt: Grateful
Riassunto: Thor ammira il nuovo Mjolnir. Non sembra interessato al fatto che Loki stia piangendo per la sua punizione nella stanza accanto.
Note: Nessuno è più crudele di chi è convinto di fare del bene.
Thor era giovane ed inesperto, ma abbastanza versato nell’arte del combattimento da capire che Mjolnir era un’arma straordinaria. Era stato un regalo di compleanno in anticipo, una sorpresa inaspettata. Non avrebbe mai pensato che tra tutti Loki sarebbe stato quello che lo avrebbe fornito di un’arma così formidabile.
D’altronde però, era il minimo che potesse fare per farsi perdonare il suo terribile scherzo: la povera Sif aveva pianto per giorni e giorni, quando Loki aveva deciso di giocarle un brutto tiro e tagliarle tutti i suoi bellissimi capelli biondi. Era sembrata una tragedia di breve durata, finchè la chioma non aveva cominciato a ricrescere, e tutti poterono constatare quanto grave fosse il danno: i capelli della ragazza erano ora neri come la mezzanotte, come quelli dello stesso Loki. Sif era stata inconsolabile.
Poi, un giorno, Loki era rispuntato con tutti quei doni meravigliosi: oltre ad una parrucca d’oro, ma che pareva fatta di capelli veri, per sostituire quelli di cui aveva derubato Sif, Loki era tornato dal suo viaggio nella terra dei Nani anche una nave magica, velocissima e le cui dimensioni potevano essere diminuite fino a poterla mettere in tasca, un anello d’oro che generava altri otto anelli dello stesso materiale ogni nove notti, e infine Mjolnir, il martello da guerra più straordinario che Thor avesse mai visto. Era vero che il manico era un po’ corto, ma il difetto era coperto dal fatto che l’arma fosse praticamente infallibile.
Thor, guardando Loki seduto nella sua stanza a leggere, si chiedeva ogni tanto perchè suo fratello non potesse essere un ragazzo normale come tutti gli altri. Aveva cercato di trascinarlo a cacciare, a giocare, immaginando di seguire truppe di Jotnar da sbudellare, a farlo sgattoiolare fuori dal palazzo a bere idromele di nascosto nelle locande vicine; Loki aveva sempre rifiutato, con quell’aria altezzosa, dicendo che aveva degli studi da terminare, oppure aveva accettato, ma con un’espressione sofferente, come se fosse stato costretto.
Se Loki fosse stato uno di quei topi di biblioteca come i suoi precettori, Thor forse avrebbe potuto sopportarlo, e magari prenderlo in giro senza sentirsi in colpa: ma Loki era intelligente. Era incredibile: sapeva fare delle cose pazzesche, anche se usava la magia per farle. Thor non capiva la magia, e gli faceva anche un po’ impressione: ma Loki lanciava incantesimi con la stessa facilità con cui Thor tirava fendenti, ed era in grado con una sola parola di far diventare la veste del messaggero di colori improbabili, di riporre i libri pesanti senza sforzo, di atterrare un avversario senza neanche toccarlo, e tante altre cose straordinarie.
Se solo avesse usato il suo talento per delle cose utili, e non per i suoi soliti scherzi idioti. Thor sapeva che erano solo scherzi, ma tutti pensavano che Loki fosse malvagio. Era già abbastanza brutto che usasse la magia senza che la utilizzasse per fare del male alla gente.
Aveva già sentito molte volte quelli della corte che chiamavano Loki argr dietro le spalle della famiglia reale, e aveva dovuto trattenersi per non rompere il collo di quegli schiavi impudenti. Tuttavia non poteva ignorare il peso nello stomaco, quella paura che gli insulti si riferissero alla verità. Non gli era difficile immaginare Loki con un altro uomo, con quelle gambe lunghe, il portamento elegante, i lineamenti fini e quelle mani dalle dita così sottili, ancora più per il fatto che non sembrava essere interessato a nessuna delle ragazze che a volte durante le feste si assiepavano intorno al loro gruppo, speranzose nelle attenzioni di Fandral o addirittura delle sue.
Ecco perchè Thor non aveva detto niente, quando Odino aveva stabilito che Brokkr potesse vendicarsi del torto subito cucendo le labbra di Loki con una stringa di cuoio; ecco perchè aveva aiutato il vecchio nano a catturare il fratello, tenendolo fermo mentre le mani di quello, indurite dal lavoro nella fucina, bucavano la carne tenera con uno spesso ago; ecco perchè aveva ignorato lo sguardo supplichevole di Loki, le sue lacrime, i suoi gemiti di dolore, il suo tremore mentre si accasciava sul pavimento della sala del trono, i guaritori che lo avevano aiutato ad alzarsi per accompagnarlo nella sua stanza.
Sperava che con quella punizione Loki decidesse di smettere di comportarsi a quel modo. Sperava che ritornasse il ragazzino entusiasta che faceva tutto quello che Thor faceva.
Thor fissò la porta chiusa della sua stanza per un lungo momento, prima di decidere che avrebbe posto Mjolnir nel sotterraneo, dove le preziose reliquie della famiglia reale erano riposte, insieme allo Scrigno degli Antichi Inverni; forse a quel modo si sarebbe tolto dalle orecchie l’eco del pianto di Loki che cercava di soffocarne il rumore nelle pieghe del mantello.
NB: questa storia è parte di una serie. Gli episodi non sono ordinati in ordine cronologico.